Lavorando come sessuologo da tanti anni, ho potuto verificare come molte delle donne che, lamentavano un certo tipo di disturbo (per esempio: vaginismo, difficoltà nel provare l’orgasmo, ecc..) avevano un rapporto “non tanto buono” con il proprio corpo in generale e i propri genitali, in particolare. Anche la conoscenza del funzionamento sessuale erano piuttosto limitata e spesso non corretta.

Il sapere sessuale pertanto, se parziale e fuorviante rispetto alla realtà che dovrebbe rappresentare, può essere uno dei  vari fattori che predispongono di fatto allo sviluppo, nelle diverse epoche dell’esistenza di una donna, difficoltà e problemi legati alla fruizione del piacere sessuale.

Alcune donne sembrano attribuire un significato meno importante ai genitali rispetto ad altre parti del proprio corpo, come per esempio dimostrano l'impegnativa cura estetica delle mani, dei piedi, dei glutei e del viso.  Avere una buona confidenza con le parti più intime del proprio corpo, aumenta quindi la probabilità di prevenire difficoltà di natura sessuale.

La libertà di fare l’amore senza perciò vivere l’esperienza come un’attività pregiudicata da significati culturali e morali, può facilitare il naturale riconoscimento di tutte le sfumature di una simile condivisione del piacere anche come forma di comunicazione dell’affetto.

La serenità nel rapportarsi, da sola, con i propri genitali di una donna può riflettersi positivamente nel rapporto con il partner.

Può essere utile nel conoscersi del proprio corpo fate attenzione alle emozioni provate, ai pensieri positivi o negativi che vengono alla mente, alle sensazioni positive o negative suscitate dall’accarezzamento delle proprie mani.

La conoscenza del proprio corpo femminile passa attraverso un ascolto profondo e sincero di se stesse senza cioè fingere di non provare nulla. La fretta o il distacco emotivo durante la “comunicazione” ed esplorazione del proprio corpo può allontanare da una reale presa di contatto con sé stesse.