Anorgasmia femminile

 

Tratto da articolo pubblicato il 08.05.2008 su RIMINI DONNA, RD Editore da Rimini Comunicazione srl scritto dal Dr. Andrea Ronconi Psicologo Sessuologo. Titolo originario:  "Anorgasmia"

 

Caro Dottore,

ho 40 anni, mantengo un ottimo rapporto con il mio ex compagno e padre della mia meravigliosa bimba di 6 anni, sono single e libera di vivere le esperienze sentimentali che più desidero e soddisfatta del mio lavoro manageriale. Le scrivo perché credo di essere anorgasmica non avendolo mai raggiunto durante il coito, io faccio di tutto per riuscire a viverlo ma senza successo.  Cosa devo pensare e cosa potrei fare?

(Mail firmata)

 

Gentile Signora buongiorno, è chiaro come il Suo quesito sia circoscritto all’ambito del comportamento sessuale, mentre per la maternità, le relazioni sentimentali e il lavoro credo possa godersi ogni attimo del quotidiano.

 

Allo stesso tempo le Sue parole comunicano una “tensione” legata al fatto di non fruire della piena soddisfazione dei suoi desideri più naturali di donna. Potrebbe sentirsi diversa, probabilmente incompleta e sicuramente insoddisfatta.

 

Come sessuologo escludo l’ipotesi che sia anorgasmica poiché lei stessa riconosce di averlo provato anche se fuori dal momento coitale.

 

Non avendo altre informazioni relative alle sue pregresse esperienze sessuali posso solo immaginare come il suo orgasmo lo possa vivere attraverso l’auto-stimolazione clitoridea

(masturbazione) o l’etero-stimolazione (petting e giochi erotici con il partner), con una sollecitazione esterna della vagina.

 

L’orgasmo è solo uno mentre i comportamenti per raggiungerlo sono diversi: nell’orgasmo ottenuto dalla penetrazione la vagina si chiude avviluppando il pene, su qualcosa che fa resistenza mentre in quello raggiunto dalla stimolazione clitoridea le contrazioni avvengono nel vuoto. Questo spiega la diversità di percezione.

 

Ma come psicoterapeuta pongo attenzione anche a come le persone valutano le proprie esperienze. E anche a cosa si aspettano dai loro comportamenti e dai loro partner.

 

La sua esperienza di sospensione del “piacere massimo” durante il coito può essere mantenuta dall’ansia di prestazione dovuta al continuo inseguimento dell’orgasmo.

 

Nella donna l’ansia può avere l’effetto di ritardare o inibire totalmente l’orgasmo perché sposta l’attenzione ai pensieri negativi allontanandola dalle percezioni piacevoli di quegli attimi.

 

Più cercherà di accelerare questo momento e più allontanerà la possibilità di lasciarsi andare al piacere sessuale.

 

Sappia comunque che, rivolgendosi al sessuologo clinico, può imparare a viversi al meglio, con o senza il partner e in ogni epoca della vita.